Il segreto di Francesco (Parte 6) - La Casa del Prof
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Il segreto di Francesco (Parte 6) - La Casa del Prof

[leggi la parte 5]

Come concordato col Professore, Priscilla attese 10 minuti e poi cambiò sala. Nemmeno si voltò a controllare se Francesco la stesse seguendo.

L’uomo era lì, circondato da un gruppetto di ragazzi. Chissà quale di loro era Andrea, il bull che le era stato proposto… Era così curiosa di scoprirlo!

Si mise ad ammirare un quadro, distratta, impaziente di conoscere il giovane.

Passarono una manciata di minuti, poi qualcuno arrivò alle sue spalle e le poggiò una mano su un fianco.

Un gesto confidenziale, fatto con una certa disinvoltura.

Francesco…

E invece ecco il Professore, senza l’espressione severa di pochi minuti prima, con un sorriso gioviale e un bel ragazzo al suo seguito.

«Cara! Che piacere vederti! Anche tu qui?»

Il Professore le aveva proposto di far finta di conoscersi: l’avrebbe presentata al suo studente come una sua amica giornalista, alla ricerca di informazioni per un articolo sulla mostra.

«Lui è Andrea, uno dei miei studenti migliori. Pensa cara, sta giusto scrivendo un saggio sui Preraffaeliti, un lavoro fatto benissimo… Dovresti attingere anche da lui per il tuo articolo.»

Oh, attingerei eccome!

Andrea era davvero notevole: parecchio alto, doveva superare 1,90, spalle larghe, gran bel fisico. La carnagione scura lasciava ipotizzare origini orientali, sembrava un modello indiano. Gli occhi scurissimi che si erano messi a fissarla.

All’improvviso nella sala della mostra sembrava facesse ancora più caldo.

Il Professore era un abile oratore, molto persuasivo: in cinque minuti aveva organizzato un incontro/aperitivo a casa da lui per quella sera stessa, invitando la sua “cara amica” Priscilla e il suo giovane e promettente corsista… Per parlare dell’articolo immaginario al quale lei stava lavorando.

Quell’uomo aveva messo su tutto quel teatrino per aiutarla nel suo gioco erotico con Francesco…

Quasi si stava dimenticando di lui!

Si guardò attorno per individuarlo in mezzo agli altri visitatori.

«Amore, eccoti! Guarda chi ho incontrato!»

Francesco non la deluse e, dal primo istante, fu bravissimo a reggere il gioco. Lei e il Professore avevano deciso di coinvolgerlo con naturalezza, ma Priscilla per stare sicura gli aveva mandato comunque un messaggio… Un laconico “tieniti pronto” mentre passava da una sala all’altra.

Senza specificare pronto a cosa, però…

Il professore abitava poco distante dal museo, perciò li convinse ad andare tutti a piedi. Durante il tragitto parlò quasi soltanto lui: sembrava di assistere a una lezione all’Accademia. Parlava, parlava, con estrema disinvoltura, di tutto.

Priscilla si sentiva affascinata da quel modo di fare: quell’uomo era davvero magnetico.

Anche Andrea lo ascoltava rapito, mentre passeggiavano verso casa. Il ragazzo sembrava non essere particolarmente interessato a lei: d’accordo il carisma del professore, ma non l’aveva più degnata di uno sguardo una volta lasciato il museo.

Cazzo!

Quasi si era dimenticata di avere addosso l’ovetto.

Se ne ricordò soltanto quando Francesco lo accese: ormai non ci contava più.

E invece no: quello evidentemente era il segnale che era soddisfatto dei risultati della “caccia”.

Scommetto che ti divertirai…

Gli lanciò uno sguardo complice, poi continuarono a camminare.

Arrivarono sotto un bel palazzo del centro: il Professore estrasse le chiavi dalla tasca, aprì il portone e fece loro segno di entrare. Quando toccò a Priscilla, l’uomo distrattamente fece scivolare una mano lungo la sua spalla.

Sentì un brivido pazzesco correrle per tutta la schiena: il giovane studente era un gran bel figo, certo, ma il fascino di quel cinquantenne la lasciava senza difese.

Si sentiva attratta… E bagnatissima.

Il viaggio in ascensore con tutti e tre: Francesco, che sicuramente stava fantasticando su quello che credeva sarebbe successo di lì a poco, il Professore che continuava il suo brillante sproloquio e Andrea accanto a lei spalle contro la cabina, che continuava ad ignorarla.

L’appartamento dell’uomo era arredato con gusto e molto accogliente: il Professore, da buon padrone di casa, li fece accomodare in salotto, recuperò dei calici e una bottiglia e si unì ai suoi ospiti.

«Va bene per tutti questo buon rosso, vero? Regalo di una studentessa…»

«I suoi allievi devono stimarla molto! Conosco quest’etichetta, quella bottiglia è un gioiellino…»

«Dammi del tu, Francesco… Dopo tutto io e tua moglie siamo grandi amici…»

Priscilla e l’uomo si scambiarono una rapida occhiata, ma sufficiente per farla eccitare ancora di più.

«Sai Andrea, la signora qui è davvero molto brava… nel suo lavoro. Devi proprio darle una mano a scrivere un pezzo sensazionale: sei preparatissimo sull’argomento.»

Anche il ragazzo adesso la guardava, e Priscilla si sentiva elettrizzata.

«Si, confermo: la mia Priscilla è davvero brava, ma avrebbe bisogno di un po’ di aiuto in questa circostanza.»

«Non sottovalutare la tua donna: hai detto che la mia bottiglia è un gioiellino, ma guarda anche lei, che meraviglia!»

Il Professore restò zitto per qualche istante, senza toglierle gli occhi di dosso.

Priscilla avrebbe voluto vedere l’espressione del suo compagno dopo quelle parole, ma proprio non ce la faceva a distogliere lo sguardo dal padrone di casa.

Nel silenzio della stanza, le sembrava che la vibrazione dell’ovetto risuonasse fortissima, al punto che tutti gli altri avrebbero potuto sentirla.

«Andrea, sii gentile, recupereresti la mia borsa di là nello studio, per favore? Ho un libro da prestare alla mia amica proprio lì dentro.»

Era il segnale che avevano concordato: al museo l’uomo le aveva detto che, una volta a casa, avrebbe chiesto al ragazzo di prendere la famigerata borsa… Che però col lavoro non c’entrava niente. Il suo contenuto era ben diverso: pur essendo una comunissima 24h, al suo interno, aveva promesso il Professore, c’era qualcosa che avrebbe fatto svoltare la serata.

Andrea poggiò la borsa sulle gambe dell’uomo e rimase accanto a lui: chissà quanto sapeva di quello che volevano fare gli occupanti della stanza.

La tensione sessuale era palpabile, o almeno così sembrava a Priscilla, che continuava a godersi la vibrazione dell’ovetto e gli sguardi di tutti addosso.

Il Professore frugò nella valigetta e quasi subito estrasse un sacchetto, tipo quelli delle gioiellerie: all’interno, due manette di metallo, nere.

«Francesco, caro, ti va di provarle? Priscilla e io abbiamo fatto due chiacchiere…»

Nel dirlo, passa le manette ad Andrea, che senza aspettare altro si avvia verso Francesco, ancora seduto sul divano. Senza battere ciglio, l’uomo gli porge i polsi.

«No Andrea, non davanti. Dietro la schiena, preferisco.»

Tutto accade in modo estremamente naturale: in un attimo Francesco se ne sta con le braccia immobilizzate dietro la schiena, inerme. Priscilla sbircia e non può fare a meno di notare che i pantaloni gli tirano: avrà il cazzo durissimo, sarà super eccitato.

«Sai Francesco, trovo anche io che le fantasie cuckold abbiano il loro fascino, ma sono del parere che ci dovrebbe essere più sintonia nella scelta dell’intrattenimento, all’interno della coppia…»

L’espressione di Francesco cambia impercettibilmente. Priscilla lo guarda mentre cerca di decifrare quella frase, ma il Professore non gli dà tempo di ribattere.

«Andrea, spogliati e passami il tuo slip.»

Il ragazzo esegue, e poco alla volta viene fuori il suo corpo statuario. Ormai completamente nudo, fa per passare le mutande al suo professore. Il suo cazzo è già duro.

«Togli quell’ovetto dalla fica di questa troia: il suo ronzare mi sta dando ai nervi. Poi infilalo nella bocca del nostro amico, e infilaci anche i tuoi boxer. Non mi va di sentirlo parlare, ma ritengo sia giusto che assaggi anche lui un po’ del tuo cazzo.»

Alla fine, la faccia di Francesco non lascia più trapelare tanto l’eccitazione, quanto un certo disappunto.

Il caro Andrea è stato delicatissimo nello sfilarle l’ovetto dalla fica, meno nel ficcarlo nella bocca del suo compagno, ancora acceso e pieno dei suoi umori.

«Volevi che se la scopasse uno giovane, non è così? Beh, si dà il caso che al nostro caro Andrea la fica non interessi più di tanto, ma siamo d’accordo che se ci sembra sufficientemente brava a succhiare l’uccello, potrebbe incularsela. Quindi se non hai niente da obiettare, ora comincerei io a far lavorare la pompinara…»

Francesco mugola rumorosamente. Priscilla si mette in ginocchio davanti al Professore e apre la bocca.

Non guarderà Francesco in faccia fino a quando il cazzo del padrone di casa non sarà ben piantato dentro di lei.

[presto la parte 7]