Perché ho voglia di condividere mia moglie (o mio marito) ?
Torna al blog

Perché ho voglia di condividere mia moglie (o mio marito) ?

Mia moglie Francesca e io vivevamo da alcuni mesi in un nuovo quartiere. I nostri vicini, una coppia sposata, erano diventati col tempo degli ottimi amici. Spesso ci incontravamo per fare quattro chiacchiere, a volte siamo andati insieme a cena fuori.

Antonio era un bravo ragazzo, intelligente e cordiale, ma soprattutto aveva una moglie molto attraente che si chiamava Giulia. Niente da dire sulla mia, in fondo continuavo a desiderarla sessualmente, ma non potevo fare più a meno di guardare la moglie di Antonio, che aveva due grossi seni prominenti, un sedere sodo e teso e due gambe lunghe e affusolate.

Il mio desiderio nei suoi confronti era diventato talmente forte da spingermi a masturbarmi continuamente pensando a lei. A un certo punto mi sono chiesto: “Perché non provare a condividere mia moglie con Antonio per avere lei?”. Un giorno, durante una chiacchierata al tavolo di un bar, decisi di parlare apertamente con lui.

Sai cos’è il cuckold?”, gli chiesi. "Sì, certo”, rispose lui senza mostrare il minimo imbarazzo. “Ti è mai capitata una situazione del genere?”. “Un paio di volte”, disse accendendo la sigaretta. “Cosa vuoi propormi?”. Condividere la molglie e restare a guardare durante il sesso”, risposi sorridendo. “Per me non ci sono problemi”, replicò. “L’hai mai fatto?”, mi chiese. “No mai”, risposi io con un certo imbarazzo. “Mia moglie sarà sicuramente d’accordo, per lei in fondo il cuckold al femminile è eccitante. Non ti resta che convincere la tua”, disse. Era questo il problema. “Ci proverò”, risposi. Ci fu qualche minuto di silenzio, interrotto poi da Antonio. “Devo rientrare in ufficio. Fammi sapere. Buona giornata”.

Era passata quasi una settimana. Intanto ero riuscito a convincere mia moglie spiegandogli cos’era il cuckold. Sorprendentemente, mi aveva confessato di provare una certa attrazione per Antonio e si era convinta a provare. Lo contattai subito e concordammo di incontrarci a casa sua per un drink sabato sera e poi il giorno successivo a casa mia.

Accadde però che un’ora prima di andare all’incontro mia moglie non era più sicura di condividere il marito. “Dai su, sarà una nuova esperienza che ci arricchirà entrambi”, dissi io cercando di tranquillizzarla. “Ok”, rispose abbracciandomi.

Poco dopo andai a casa di Antonio. Mi aprì la moglie, che aveva addosso soltanto una vestaglia quasi trasparente. Antonio ancora non c’era. Mi invitò a sedermi sul divano e a bere un cocktail. Lei iniziò a osservarmi con molta attenzione mentre sorseggiavo il drink. Provavo un po' di imbarazzo, ma quei grossi seni che trasparivano mi avevano subito “guarito”.

Appena finii di bere, si alzò, mi prese per mano e mi disse: “Andiamo”. Appena entrati nella stanza da letto, Giulia si levò la vestaglia e si tolse reggiseno e mutandine. Iniziai a spogliarmi anch’io, ma al momento di togliermi le mutande mi intimò di aspettare.

“Vuoi toccarle”, disse. Senza indugio, ho iniziato a spremere le sue tette con entrambe le mani. Le feci roteare il capezzolo e strofinai quella protuberanza. Era chiaramente eccitata e si è avvicinò al mio corpo. Iniziò a toccarmi il pene sulle mutande e a baciarmi sul collo. Poi si allontanò improvvisamente e, aprendo il cassetto del comò, tirò fuori due mascherine per nascondere il viso.

In una mano aveva una mascherina in pizzo, nell’altra una in cotone. “Quale scegli?”, mi chiese. “Quella in pizzo”, risposi.

La indossò e torno verso di me. “Ora posso toglierti le mutande”. Appena lo fece, si chinò e iniziò a succhiarmi il pene. In quei momenti non avevo pensato dov’era Antonio, ma mentre mi stavo godendo la fellatio ecco spuntare il suo attento sguardo dietro la porta leggermente socchiusa. Non provai né imbarazzo e né vergogna, l’eccitazione era troppo forte.

Quando finì di lavorare di bocca, mi spinse sul letto, salì sopra di me, mise il preservativo al mio pene e lo infilò delicatamente dentro la sua vagina. Iniziò a muoversi lentamente, come se volesse danzare sensualmente insieme a esso, ma poi iniziò ad andare su è giù velocemente. Si chinò leggermente su di me e mi invitò a stringere forte i suoi seni, che erano turgidi e coi capezzoli che parevano schizzare via da un momento all’altro.

Ogni tanto lanciavo un’occhiata in direzione di Antonio, che continuava a sbirciare con sguardo praticamente inespressivo.

Dopo la cavalcata, Giulia si mise a pecorina mostrando ancora di più la perfezione del suo sedere. Senza lasciarmi invitare, infilai il mio pene dentro la vagina e iniziai a darci dentro. Lei gemeva più di prima, probabilmente perché quella posizione riusciva ad alimentare ulteriormente la sua eccitazione.

Io ormai ero sul punto di esplodere, ma cercai di godermi per qualche altro minuto quell’incredibile sedere che sbatteva contro il mio inguine. “Sto per venire”, dissi urlando. “Aspetta!”, rispose mentre si staccava dal mio pene. Mi tolse velocemente il preservativo e lasciò che il mio sperma ricoprisse i suoi seni. Mentre la mia eccitazione si esauriva insieme ad esso, dietro di me sentii la porta chiudersi. Lo spettacolo era finito. Adesso sarebbe toccato a me guardare mia moglie con Antonio.

Ma questa è un'altra storia...