Camilla è fuori casa dalle 7:00: l’assicurazione per la quale lavora ha lanciato una promo per accalappiare nuovi clienti e lei sta facendo la trottola da settimane.
Ultimo incontro della giornata in una ditta fuori città: Lorenzo, il titolare, è un vecchio amico di famiglia, e le ha gentilmente concesso un appuntamento, ma solo alle 21:00.
Quando lei poteva già starsene tranquilla a casa… E invece no!
La povera Camilla tira il freno a mano e sbuffa.
Dentro il capannone c’è ancora qualche luce accesa.
«C’è nessuno?»
Non dirmi che mi ha fatto fare 30 chilometri per niente!
Lorenzo è un vecchio borioso coi soldi, amico di suo padre dai tempi dell’università: quando lei era ragazzina, le loro famiglie andavano in vacanza insieme d’estate. La sua adorata consorte era una strega che da nubile era stata fotomodella, antipatica quanto il marito, e poi c’erano i loro tre figli, Ettore, Ernesto e Mario.
Tre disastri ambulanti: i Fratelli Disagio, sgorbi magrolini e petulanti che lei seminava alla prima occasione utile. Dopo il liceo se ne erano andati a studiare all’estero e li aveva persi di vista, fortunatamente…
«Venga pure!»
La donna segue la voce: troppo giovane per essere quella di Lorenzo.
Questo stronzo mi ha lasciato col segretario…
La sala riunioni in cui entra al centro ha un tavolone con una decina di sedie attorno. Due delle pareti sono trasparenti e affacciano sui locali che ospitano i vari macchinari: Camilla non può fare a meno di immaginarsi Lorenzo, in versione Grande Fratello, mentre osserva i suoi dipendenti che lavorano.
Come aveva sospettato, del vecchio titolare non c’è traccia: al suo posto ci sono tre quarantenni in giacca e cravatta. Quello seduto più vicino alla porta si alza e le va incontro sorridendo.
«Ma guarda un po’ chi si rivede! Non sei cambiata per niente!»
Il punto interrogativo che le si stampa in faccia fa sorridere ancora di più il biondino.
«Ci conosciamo?»
«Camilla, sono Ettore! D’accordo che saranno passati più di vent’anni, ma non credevo fossi una che dimentica gli amici!»
Gli amici no, ma gli sgorbi petulanti sì.
No, non è possibile: il biondo figo davanti a lei non può essere lo stesso Ettore che ammorbava le estati della sua adolescenza.
«Oddio ragazzi, quanto tempo! Non vi avrei mai riconosciuti!»
I tre Fratelli Disagio al gran completo. Invecchiare gli aveva fatto bene: anche Mario ed Ernesto erano in gran forma!
La sua vecchia comitiva delle vacanze si è riunita a sorpresa, dopo tutto quel tempo.
Quei tre sono anche diventati piuttosto simpatici: tirano fuori una bottiglia di gin e la aggiornano sui loro successi professionali in giro per il mondo.
«E ora qui, ad aiutare il papi. Invece, tu come te la passi cara?»
«In realtà è per questo che sono qui: avevo un appuntamento con Lorenzo per parlargli di un’offerta che la mia compagnia riserva ai nuovi clienti, una polizza per coprire i rischi delle attività come la vostra.»
«Si, papà ci ha accennato… Ma non ci vediamo da così tanto tempo, perché parlare di lavoro?»
Mario era sempre stato il più intraprendente.
Perché sono rimasta in giro fino a quest’ora per colpa dello stronzo di vostro padre. E anche se sei diventato figo da paura, preferirei stare sul mio divano adesso.
L’uomo fa cenno a suo fratello di versarle altro gin.
«No ragazzi così mi ubriaco!»
I tre ridono all’unisono.
«Dai Camilla, ti ricordi da ragazzini come ci trattavi!?»
«Il minimo che puoi fare è brindare con noi, dopo tutte le volte che ci hai snobbato!»
Non avevano tutti i torti: era palese quanto li detestasse, da ragazzini.
Fossero stati così carini già allora, però, forse le cose sarebbero andate in modo diverso.
Ettore specialmente, il più piccolo dei tre: ha un sorriso spettacolare e quegli occhioni azzurri, che da bambino lo facevano sembrare un pesce lesso, adesso lanciano sguardi da porco difficili da ignorare.
O forse è solo colpa del gin?
Lo regge bene, per carità, ruba alcolici a suo padre da quando aveva 15 anni, ma le fa comunque un certo effetto. I suoi freni inibitori ne stanno risentendo.
«Non è vero che vi snobbavo.»
Lo sa che sta mentendo spudoratamente.
«Non hai idea di quante seghe ci facevamo su di te!»
A quanto pare anche i freni inibitori di Mario sono belli che andati.
«Una mattina prendevi il sole in giardino, avevi un minuscolo bikini fucsia: non credo di aver mai sborrato così velocemente in vita mia…»
Camilla diventa sempre più rossa e ride imbarazzata, le sembra addirittura che faccia più caldo, all’improvviso.
«Ma cosa dici?! Dovevamo parlare di lavoro!»
O almeno avrebbero dovuto farlo.
«Dopo daremo un’occhiata alla tua offerta, giuro. Ma prima guarda tu qualcosa…»
Mario si slaccia i pantaloni senza darle il tempo di ribattere, liberando un grosso cazzo già in erezione che fino ad allora se n’era stato buono, nascosto nel completo elegante.
«E sono sicuro che anche i cazzi dei miei fratelli ti debbano tanto. Quando ci mandavi via, per rimanere sola coi ragazzi fighi, noi ci mettevamo a spiarti. Una volta ti abbiamo guardato mentre facevi un pompino al bagnino.»
Se lo ricorda anche Camilla quell’episodio.
Quando se li trova tutti e tre coi pantaloni calati, vorrebbe alzarsi e andarsene via indignata… Ma quei gin mandati giù come acqua fresca e il tono sicuro del suo amico d’infanzia non la fanno muovere dalla sedia.
Mario le sfila le mutandine e se le porta al naso.
«Mi sa che adesso la signorina non ha più voglia di snobbarci!»
Anche gli altri fratelli le si avvicinano: non c’era una gang bang in agenda per quel giorno, ma ormai era lì…
Nei minuti seguenti, i tre le si dedicano completamente: fanno in modo che abbia sempre almeno un cazzo in bocca ed uno in mano, e si alternano a leccarle la figa.
Quando Ettore si sdraia sul tavolo e le dice di montargli sopra, Camilla non se lo fa ripetere due volte. Se la fa stendere addosso e le infila la lingua calda tutta in bocca, poi la penetra in un colpo solo, trovandola completamente bagnata e facendola sussultare.
Dopo qualche minuto, uno degli altri due si china a leccarle il buco del culo: glielo penetra con la punta della lingua, con colpetti decisi e ritmati.
Poi, all’improvviso, l’uomo toglie la lingua e al suo posto ci infila il cazzo, facendola gridare di dolore.
Camilla inarca la schiena, scossa da un brivido: non aveva mai sperimentato la doppia penetrazione prima di quel momento, ma le piace, eccome se le piace!
E non è la sola a godersi quell’esperienza: oltre la parete trasparente, con la sua aria da sbruffone, c’è il vecchio Lorenzo, intento a farsi una gran sega ammirando le prodezze dei suoi ragazzi.
Dalla sua faccia, quella rimpatriata sta piacendo molto anche a lui.
Forse forse, alla fine Camilla sarebbe riuscita a fargli firmare anche un bel contrattino al papi, dopo quello spettacolino…